Alla scoperta di Monte di Muro

C’è un luogo, anch’esso in cima ad una collina che guarda sul Golfo di Follonica, che merita una passeggiata magari non proprio in una giornata calda.

E’ necessario infatti salire a piedi fino a 460 metri s.l.m. , la strada guarda in faccia e se non siamo allenati alle pendenze conviene ogni tanto fermarsi e riprendere fiato.

Niente vergogna, mi raccomando, perché potrebbe essere una buona occasione per dare un’occhiata ai bordi della “macchia” che ci accompagna per tutta la salita; in primavera infatti non è affatto difficile trovare lunghi asparagi verdi ed in autunno qualche fungo che fa capolino e vi assicuro che sono entrambi di una bontà assoluta.

Sono frequentissimi anche spericolati bikers che usando questi “stradelli” in mezzo ai boschi, riescono a coprire decine e decine di chilometri in mezzo ad una natura bellissima e selvaggia; ma loro si sa, hanno una forma fisica di altro genere….

Il percorso, da un punto di vista naturalistico, è bellissimo: la varietà della vegetazione mediterranea è notevole e l’antropizzazione del tutto assente. Non solo, quando arriverete in cima alla salita troverete una sorpresa: i resti di un convento.

Prima di questo insediamento, la presenza dell’uomo sembra risalire addirittura all’età del bronzo quando il legname serviva per alimentare i forni presenti a valle (nelle località del Puntone e di Portiglioni) dove si cuocevano olle e dolii. Ma l’età dell’insediamento dei frati viene datato nel primo decennio del 1300 quando alcuni gruppi di fraticelli Bizzocchi (o Frati della povera vita) per sfuggire alle persecuzioni degli inquisitori ecclesiastici, trovarono rifugio su queste colline.

Dell’edificio rimane ben poco, ma è ancora possibile notare la forma di un quadrilatero irregolare, l’orto, la chiesa il cui altare era dedicato a San Francesco, un campanile e un refettorio che si sviluppava su tre piani.

A pochi metri dal convento c’era una piccola cappella quadrangolare intitolata a Santa Ferma di cui è rimasta solamente la facciata.

Purtroppo, come spesso capita a molte (troppe per poter essere tutte conservate) bellezze italiane, non è rimasto molto da vedere e fotografare, ma c’è una cosa che nessuno e niente potrà cancellare da questo luogo e cioè il misticismo e il senso di pace che vi si respira.

La vegetazione è alta e il sole la trapassa come fosse una trina: i raggi vengono così definiti, aumentandone il fascino e l’aura di mistero. Viene spontaneo mantenere quel silenzio rispettoso, lasciarsi penetrare dalla spiritualità che forse deriva, non tanto dalla presenza religiosa di quelle vecchie mura, quanto dal rispetto per quelle vite che lì rimasero nascoste fino alla fine dei loro giorni.

Questa sensazione, insieme al panorama sul Golfo con l’Elba a fare da cornice e forse anche la Corsica se la giornata è chiara, ve la porterete per sempre negli occhi.

Maria Chiara Pierini


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